sabato 20 settembre 2008

Riconoscere un naso da pochi pixel un software ricrea i volti nascosti

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/software-volti-nascosti/software-volti-nascosti/software-volti-nascosti.html

Un algoritmo traduce i pixel attingendo da un database di volti umaniTra le possibili applicazioni l'identificazione di criminali e persone scomparse

IN aeroporto, al supermercato, mentre guidiamo: telecamere e webcam sono dappertutto e registrano i nostri movimenti proprio come aveva previsto Orwell nel suo capolavoro 1984. Ma forse neanche il visionario scrittore inglese avrebbe immaginato che un giorno saremmo riusciti a identificare un volto prendendo spunto da un fotogramma di pochi pixel. A segnare il sorpasso del presente su un futuro immaginato ha pensato l'equipe del professor Pablo Hennings-Yeomans, ricercatore della Carnegie Mellon University, Pennsylvania, che ha messo a punto un software capace di ricostruire i tratti del viso basandosi su immagini in bassissima risoluzione. Un'applicazione che potrebbe essere usata in mille modi, dall'identificazione di criminali e persone scomparse al recupero di video e foto sul web. Al di là dei risvolti pratici, ciò che gli studiosi hanno annunciato con orgoglio all'International Conference on Biometrics 2008 è che in materia di identificazione facciale è stato fatto un bel passo avanti. "I sistemi usati oggi - spiega Hennings-Yeomans - tengono conto di luce, angolazione del viso e tipo di telecamera usata, ma non fanno che trasformare un'immagine in bassa risoluzione in un'altra che non esiste. Da una foto sfocata, il computer ricostruisce un volto riconoscibile all'occhio umano ma spesso diverso da quello di chi si sta cercando". Il software progettato dai ricercatori della Pennsylvania utilizza invece un algoritmo che traduce i pixel in bassa risoluzione in immagini reali, ricavando le informazioni necessarie proprio da un database di 300 volti umani. Da ogni faccia, il sistema "estrae" le caratteristiche lineari e le codifica, creando un'associazione immediata tra immagine digitale in bassa risoluzione e tratti del viso.
Insieme all'ingegnere informatico B. Vijaya Kumar e al ricercatore Simon Baker della Microsoft Research, Hennings-Yeomans ha programmato un software che unisce la precisione di un algoritmo di alta risoluzione alla gamma di informazioni dell'altro, programmato per la catalogazione dei lineamenti. "In questo modo - continua il ricercatore - si evitano distorsioni che, specie in campo forense, possono essere pericolose". Il progetto "Recognition of low-resolution faces using multiple still images and multiple cameras" è stato già sperimentato con successo e funziona ancora meglio se si utilizzano immagini provenienti da videocamere diverse. Naturalmente, mettono in guardia gli autori, il software è migliorabile. "Ma presto cercherete e troverete le cose su Google inserendo un frammento di immagine, invece che un testo. Presto anche le immagini più irriconoscibili non avranno segreti", conclude Hennings-Yeomans. Attenzione, dunque, perché il grande occhio non solo ci guarda, ma è anche capace di riconoscerci da lontano. Con gran sollievo di avvocati, pm e forze dell'ordine. Anche se l'intimità del cuore, come scriveva Orwell, resta imprevedibile.

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